giovedì 5 luglio 2012

A Viassa. A proposito di un ristorante


Questa è una cosa a cui tenevo. Scrivere a proposito di questo locale. Non sono e non posso definirmi una critica, non lo farei mai. Infatti tendo a farmi riguardo a parlare e descrivere i ristoranti in cui mangio. Non perché  i giudizi possono essere diversi, non perché provo vergogna nell’esprimere le mie idee, ma qualcosa sempre mi ferma. In alcuni casi però evidentemente succede diversamente. Quando sono sicura, soddisfatta non ho dubbi. Le parole escono da sole, sono troppe a volte forse, i pensieri sono colmi di emozioni e allora inizio a scrivere.

‘A Viassa’, un ristorante. In un paesino, Dolceacqua (Ventimiglia, Liguria). Apparentemente nascosto, ma in realtà sulla viassa, ovvero in ligure la via grande del paese. Esterno semplice ma allo stesso tempo accogliente, interno moderno e lineare. Paolo ti raggiunge con la sua allegria e briosità, e ti saluta con la sua grande simpatia. Ti fa accomodare, in estate con possibilità di terrazza esterna, e ti fa subito sentire a tuo agio. In seguito con gentilezza ti porge e illustra il menù. Menù fresco, genuino, che racconta della propria terra. Prodotti locali, evidenziati ed elaborati in chiave moderna, che però mantengono comunque la loro origine e le loro caratteristiche. Non eccessive possibilità di scelta, proprio per significare l’autenticità di ogni preparazione, fatta con cura e passione.

Iniziamo così la nostra cena con gli antipasti. Io ho scelto il tris di antipasti, composto da tre dei quattro piatti proposti, scegliendo la composizione. Descriverò i piatti accuratamente, poiché li ho apprezzati davvero tanto.

Ecco alcuni scatti:



Il piccolo“Cappon Magro”della Viassa

Rivisitazione di un piatto povero, dai sapori leggeri e semplici. Una torretta di verdure al vapore, completata dallo spada affumicato, insaporita dalla salsa verde. Fresca e deliziosa allo stesso tempo, esalta i veri sapori della terra.


 



Julienne di calamari grigliati sulla passatina di zucchine trombette

Un piatto delizioso, delineato dalla presenza di contrasti. La dolcezza tipica delle zucchine trombette è in contrasto al gusto del pesce, delicato ma allo stesso tempo presente. La contrapposizione sta anche nella consistenza. La cremosità della passatina avvolge la croccantezza dei calamari, in un connubio perfetto. Inoltre i colori sono opposti e perfetti insieme. 





 
I ripieni alla ligure con la salsa di primosale di Elisa Littardi

Sapori che ricordano casa. Le verdure ripiene che in estate sono le protagoniste di ogni tavola italiana. Dal carattere deciso data anche la presenza della salsiccia all’interno della farcia, saporite e gustose. Ad accompagnarle viene servita una salsa   con primosale di capra, fresca e leggera, che “sgrassa” perfettamente il sapore delle verdure, pulisce, come si suol dire, la bocca. 



 
Insalata di stoccafisso con i fagioli bianchi di Pigna e “tapenade”

Sarà che adoro questo pesce. Sarà che adoro la tapenade. Di questo piatto ho apprezzato tutto. I fagioli rendono delicato il boccone, che possiede una certa sapidità grazie alla presenza dello stoccafisso. La tapenade contribuisce a completare il piatto, senza sovrastarne il gusto o invaderlo.  Equilibrato e non pesante, insieme di sapori tra loro concordanti.


 
Amando particolarmente i secondi, ho saltato il primo, ma vi presento uno scatto di uno dei primi presenti nel menù.


Ravioli di erbette con la salsa di noci



E questo il mio secondo. Come dico io , spettacolare.


 
Lomo di baccalà islandese al forno con pistacchi e maggiorana

Non so davvero come descrivere questo piatto. Mi risulta davvero complicato, è delizioso. Il pesce è morbidissimo e saporito, sprigiona così tanti sapori. Profumato essendoci la maggiorana, che io adoro. Davvero speciale. Il baccalà ha una gusto deciso, ma non esagerato, può piacere sicuramente anche alle persone che non amano questo pesce. I pistacchi insaporiscono il piatto e danno croccantezza. I carciofi che compongono il contorno sono anch’essi croccantini, e contrastano la morbidezza della carne del pesce, che si scioglie quasi in bocca.


 
E dopo un fresco pre-dessert, i dolci. Semplicemente da paura. Davvero. Unico problema? Quello che posso solo descriverli, dato che le foto non erano disponibili. Il perché è molto semplice. Anche se le giornate sono lunghe, la luce non dura all’infinito.  Avendo mangiato all’esterno, la cosa non mi è stata sicuramente d'aiuto. Infatti, quando la serata volgeva ormai al termine, la mia povera Canon non è più riuscita fotografare i piatti. Non importa. Riuscirò ad esprimervi ugualmente la bontà di questi dessert.

Una scelta estesa, varia e interessante. Curiosa. I dolci che abbiamo assaggiato noi:

  • Crumble di renette con gelato al fior di latte

  • Il gelato di “michette di Dolceacqua”con crocetta e salsa al Rossese

  • La Saint Honeré con mousse di caramello e cioccolato al gianduia

Andiamo per ordine.

Il Crumble. Buonissimo. Ricorda molto un dolce casalingo, di una semplicità unica, ma dal sapore vero. La pallina di gelato accanto, rigorosamente fatto in casa, rinfresca e completa il dolce. Fa davvero sentire a casa. Non appesantisce e non è eccessivo, sebbene sia un dessert da fine pasto.

Il gelato alle michette. Il loro cavallo di battaglia, la loro specialità (sono gli unici a produrlo). Ci si potrebbe chiedere cosa siano queste michette. A Dolceacqua le michette sono tre cose. Un tipo di pane, che comunque viene prodotto in molte parti di Italia (viene chiamato anche rosetta). Un modo per delineare il sesso femminile, le donne. Infine, le michette di cui parliamo per il gelato, sono dei dolcetti tipici, che assomigliano a delle briochine. Le ultime due possibilità sono strettamente legate tra loro.
Infatti la leggenda narra che un tempo le spose novelle del paese fossero obbligate a trascorrere la notte prima delle nozze con il Marchese che abitava nel castello di Dolceacqua. Una giovane e coraggiosa ragazza però si ribellò. Si chiamava Lucrezia, e a causa della sua protesta fu imprigionata. Della fine di questa giovincella non si sa molto. Si dice però che dopo questo episodio il Marchese smise di compiere questa pratica, poiché al posto dei suoi desideri carnali vennero cucinati in suo onore questi dolcetti.


Tornando al gelato, il suo gusto è unico. Dolce ma assolutamente non stucchevole. Particolare in un certo senso, qualcosa che non si è abituati ad assaggiare. La consistenza è del classico gelato, ma leggermente più grezza e ruvida essendoci i pezzettini di dolce gelati. Goloso direi e soprattutto pieno di tradizione.

La Saint Honoré. Una bomba. In senso buono, ovviamente. Una vera e propria delizia, uno di quei dolci che trovi ogni tanto, che si distinguono per la loro bontà assoluta. Il dolce è stato completamente rivisitato. Della Sait Honoré si riconoscono i mini bignè sulla superficie. La base è una sorta di Pan di Spagna al cioccolato, fatto con farina di mandorle. Buonissimo. Spugnoso ma compatto, davvero uno dei migliori che ho assaggiato in vita mia. Sopra la ganache al caramello e gianduia. Un boccone tira l’altro, per niente pesante, davvero un capolavoro. Per i golosi è il dolce giusto, è veramente un dessert da libidine. Complimenti.



Così è terminata questa bella serata, piena di sapori e profumi, che rimangono nella mente. Le parole chiave? Semplicità, tradizione, cortesia. Direi che è abbastanza no? Come ho già detto non volevo fare una relazione, ma semplicemente esprimere un impressione positiva.

Io lo consiglio vivamente se siete da queste parti. E’ a pochi minuti da Ventimiglia e il piccolo paese merita una visita. In quei giorni mi trovavo in Costa Azzurra, ma vale davvero la pena se passate in quelle zone. E’ un borgo dal quale ha preso spunto più volte Claude Monet, l’impressionista francese, che ne ha fissato su tela alcuni scorci caratteristici. Bella la parte vecchia, che ricorda un villaggio medievale dominato dal famoso castello.

Questi i contatti:

Ristorante A Viassa
Via Liberazione 13
Dolceacqua (IM)

www.ristoranteaviassa.it

tel. +39. 340. 229. 02. 79
tel. +39. 0184 .18 .93. 184





Immagine presa dal web



4 commenti:

  1. ma quanta gola mi fanno quei calamari sulla passata di zucchine...se poi parliamo di Monet cosa posso dire se non che spero di passarci presto!!! dev'essere un posto speciale :)

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  2. Sì, sì. Era davvero eccezionale quell'antipasto.=) Comunque davvero, se ti capita vai. Non ne rimarrai delusa. =)

    Baci M.=)

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  3. wowo, che cose chiccose! sarebbe proprio bello un pranzetto fresco di questo tipo, che incontra totalmente i miei gusti! soprattutto la julienne di calamari: mangiati per la prima (e finora ultima :( ) volta 2 anni fa!

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  4. Ciao Pips. Volevo per prima cosa scusarmi per la piccola gaffe che ho fatto con la tua provenienza, ops =). diciamo che ho indovinato per metà=) Comunque sì, a me sono piaciuti moltissimo i piatti che ho descritto qui sopra, e come dicevo a Silvia prima la julienne era davvero unica.
    Effettivamente anche io non mangio spesso i calamari, in particolare quando sono a casa. Al mare invece se li trovo li adoro. sono buonissimi.

    A presto!
    M.

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