Chi mi legge da tempo sa che amo parlare di me, che
racconto molte mie sensazioni e le mie avventure. Che
proprio non riesco a fare diversamente. Una cosa però ho notato, più volte, che
mi ha fatto rimaner sorpresa.
Se notate sono state poche (pochissime) le
occasioni per raccontarvi eventi, assaggi,
insomma la mia vita culinaria extra il mio rifugio più sicuro, che è il blog. Quasi
tutti sapranno che sono montanara di nascita, ma cittadina del mondo per
vocazione e aspirazione. C’è sempre un pizzico delle mie origini nei post, ma
d’altro canto ci son anche i miei sogni e viaggi più grandi, lontani e a volte
così irraggiungibili.
Oggi però vi parlerò di un evento che riguarda la
mia Terra, quella che mi ha cresciuto, cullato, a volte fatto soffrire, ma che sempre
avrà un posto d’onore nel mio cuore. Un luogo che non fa rimanere
indifferenti, che
rapisce. Capita così anche a me, dopo quasi diciannove anni.
La Val di Fassa fa quest’effetto. E oggi non ve la presenterò come indigena, ma come ‘blogger’, (se posso definirmi
effettivamente tale). Voglio descrivervi un’esperienza che ho vissuto da
esterna, con occhi da ‘turista’. Ho provato ad entrare nella parte, e viverla
come se qui, non ci fossi mai stata. E credo di esserci riuscita.
La scorsa domenica sono stata ospite ad una manifestazione chiamata A pè ta Mont (trad. a piedi in montagna) , svoltasi nel magnifico
scenario che è Fuciade (Fuchiade in italiano), uno dei tanti meravigliosi
panorami della zona (uno dei miei posti prediletti). Estesi prati verdi,
pascoli, baite in legno, e poi, le meravigliose Dolomiti che maestose
circondano il paesaggio.
Le baite si trasformano in meravigliose
location con stand gastronomici (per l’assaggio dei prodotti locali),
laboratori per i più piccoli (di preparazione del formaggio o di cucina per
mini chef di montagna), giochi e rustiche attrazioni per divertirsi,
passeggiare in compagnia, con un fresco boccale di birra e un’incalzante musica folk che mette subito allegria e spensieratezza.
In quest’atmosfera così leggera e affascinante
un’attività mi ha davvero conquistata: il Gourmet d’alta quota, senza dubbi la
mia parte preferita (poteva essere diversamente?! :)). In generale
tutto il complesso della festa riguardava soprattutto l’ambito enogastronomico,
ma sicuramente il Gourmet ha davvero reso l’evento speciale, diverso, prezioso
(lungi insomma dall’essere una semplice festa montanara/turistica). Esso consisteva
in una completa degustazione d’alta cucina organizzata dalla collaborazione di
dieci albergatori di Soraga (e dei rispettivi chef). Un piccolo viaggio tra i sapori e gusti della tradizione culinaria ladina e l’accompagnamento
di importanti bottiglie trentine ed altoatesine. Con un divertente
aperitivo caratterizzato da finger food e un vasto assaggio di formaggi
selezionati per l’occasione, subito si entrava in un ambiente rilassato,
piacevole ed elegante. Un allestimento ad hoc, in un contesto così naturale,
una sensazione di incredibile semplicità ma di altrettanta ricercatezza nei
dettagli. Una location da sogno, mise en place (quasi) impeccabile, un servizio
efficiente e di qualità.
Un pranzo da sette portate, quasi regale, ma
comunque equilibrato, interessante e soprattutto perennemente coerente con il
tema preso in considerazione.
Questo il menù presentato per l’occasione:
18.08.13
Gourmet d’Alta Quota
Bollicine trentine e stuzzicante saluto dai nostri chef
Sapori di montagna
(soffice zuppetta di
patate al timo selvatico, mirtilli, funghetti e “pria”)
Risottino al burro d’alpeggio con trancio di
salmerino di ruscello
Raviolo integrale ripieno di Cher de Fascia su letto di
porcini
Filetto di vitellone cotto nel fieno di Fuciade
Crema di mele con spuma di yogurt e croccante al
miele di montagna
Tortie da mont con gelato alla panna fresca
È stato divertente
curiosare nella cucina open-air (carina l’idea di rendere il pranzo anche uno
show-cooking, allo stesso tempo) , vedere la preparazione dei piatti, qualche
trucco, gli ingredienti freschissimi, una grande armonia tra i volontari e un
misto di profumi inebrianti e curiosi.
Non avrei mai pensato, seriamente, che in un
contesto fondamentalmente paesano e rustico, si potesse inserire un’esperienza
organizzata e d’elite. Qualcosa per chi sa comprendere e apprezzare. Credetemi, è da provare: non capita sicuramente spesso di degustare piatti
eccellenti e sapori veri in un luogo così affascinante, mozzafiato.
È stata realmente un’esperienza meravigliosa. È difficile che io, molto riservata e
amante del silenzio-pace, apprezzi un certo tipo di manifestazione, con molta
gente e tanto movimento. A pè ta mont però c’è riuscito.
Perché con il Gourmet ho trovato il mio habitat, il mio spazio. Ha saputo accontentare
i palati più delicati, facendo godere delle bellezze naturali del posto, pur
mantenendo sempre una certa intimità. Come se il Gourmet fosse estraneo al
resto. Un paradiso culinario. Per soddisfare palato, occhi e cuore.
Ringrazio la responsabile dell'Ufficio Stampa Elisa Salvi e il direttore Andrea
Weiss dell’ Apt Val di Fassa per avermi dato la possibilità di partecipare al
Gourmet, come blogger, e di vedere con altri occhi la mia Terra.
Inoltre ringrazio anche la compagnia di Marco e
Felicity, due persone deliziose, conosciute in quest’occasione, travel blogger
brillanti e simpaticissimi che spero di rivedere presto (andate a visitare i
loro blog, Non solo turisti e Thinking Nomads).
Infine, spero di avervi incuriosito, con questa piccola recensione dell’evento. Se fossi in voi davvero mi organizzerei per l’anno venturo.
Ne vale assolutamente la pena.
A pè ta mont. Ci si rivede l’anno prossimo. ;)
Dev'essere stata un'esperienza unica e le tue foto sono davvero molto belle :)
RispondiEliminaGRAZIE A TE!!!!!
RispondiEliminaE... ALLA PROSSIMA!
Elisa
Complimenti per il post e le bellissime foto. Un esperienza indimenticabile anche per noi. Grazie per per il mention :)
RispondiEliminabellissime le foto, e bella l'atmosfera pigra ed ovattata che hai dato a questo agosto che ci ha appena lasciati.
RispondiEliminale ricette, non serve dirlo, solo molto affascinanti....
BRAVA!