Così è arrivato anche il
2013. Già.
E’ sempre stato strano questo giorno, per me, uno
strano particolare però. Infatti, anche se ogni anno vorrei spezzare
quest’abitudine, il primo di gennaio faccio sempre la stessa cosa.
Oltre a mangiare cotechino e lenticchie, a volontà,
penso sempre all’anno passato. A cosa ho fatto, cosa ho realizzato, che
miglioramenti ho ottenuto. Alle cose che mi hanno cambiato la vita, a quelle
che mi hanno fatto crescere. A quelle che mi hanno fatto gioire, a quelle che
lo hanno fatto un po’ meno.
E’ un po’ come se cercassi di ripercorrere con la
mente ogni singolo giorno, pratica impossibile, è evidente. Ormai ci sono
abituata, sembra spontaneo ormai. Perché se il 31 penso solo, o meglio non
penso, a divertirmi, mangiar bene con un buon bicchiere di vino accanto, con
gli amici e la famiglia, l’1 c’è sempre un leggero tono malinconico in me.
L’Anno Nuovo dovrebbe portare felicità, tante aspettative, e un sorriso sul
viso. Si dovrebbe sentire nell’aria la sensazione di festa, di allegria. Chissà
come mai, per me non è successo sempre in questo modo. Forse non sono nemmeno
in grado di spiegarvi il mio stato d’animo. Forse sono io che sbaglio, o forse
(probabilmente) sono io troppo riflessiva.