Oh sì! L’avevo detto. Questi giorni sono stati
golosi.
Tanto, troppo.
Per poco tempo ho interrotto la mia strada sana e
leggera (che però riprenderò a breve ;)), ho abbandonato le merende di frutta,
gli yogurt e smoothie vari, per godermi la dolcezza del Carnevale. O meglio, le
dolcezze del Carnevale.
Non ho mai amato particolarmente questa ricorrenza,
da un po’ di anni è diventato elusivamente un modo per riposare qualche giorno.
Quando ero piccola godevo a pieno queste giornate. Tanti dolci, coriandoli, trucchi
e vestitini graziosissimi, sempre diversi. Musica, giochi e risate con gli
amichetti di sempre. Era un periodo dell’anno che aspettavo, che ritenevo
importante.
Poi come tutte le cose, si cambia. Si cresce. Gli
amichetti si perdono di vista. Le feste diventano solo un pretesto per far
baldoria, per ammassarsi, per fare come tutti.
No, grazie, non fa per me ( sto diventando sempre
più orsetto. Cosa devo farci se mi piace la tranquillità e la pace?! ;)).
Solo una cosa, come potete immaginare, ‘salvo’ del
Carnevale. I dolci. Perché sì, quelli sono spaziali. Tra grostoli (noi
chiamiamo così le chiacchere), castagnole e grafons (tipo chiacchere con il
ripieno di marmellata), il colesterolo (e la dieta di prima) vanno a farsi
benedire, completamente. :)
In questi casi io non so proprio resistere. Per
quanto sia tenace e decisa, quando devo stare attenta e evitare qualche sfizio,
davanti al fritto, fatto come dico io, è davvero difficile stare solo a
guardare. Non sono il tipo da abbuffate mostruose, assolutamente. Ma quando è
fatto bene, un piccolo dolcino ce lo faccio stare. Datemi una ciambella e dello
zucchero a velo e sono al settimo cielo. :)
La ricetta di oggi mi frullava in testa da un po’,
dicevo sempre che l’avrei fatta a Carnevale, poi, come spesso succede, non
concretizzavo mai l’idea (devo dire che il fritto, seppur buono, non è sempre
simpatico. Avete presente l’odore sui capelli, vestiti e negli ambienti?! Ecco,
non è che mi faccia impazzire ;)).
Quest’anno però finalmente mi sono decisa.
Frittelle di patate. Proprio loro. Meno laboriose
del previsto, semplici e raffinate allo stesso tempo (hanno un tocco vintage,
sia alla vista che al gusto;) adorabile!). Aromatizzate al limone, zuccherine e
non pesanti (per quanto lo può essere un fritto;)).
Sono povere di base. Patate lesse, zeste di limone,
uova, farina e zucchero. Ho mangiato raramente un dolce così buono e non lo
dico perché sono di parte. Se ci pensate bene, il trucco sta in pochi passaggi.
Materie prime di qualità, un po’ di pazienza e manualità, attenzione alla
frittura ed è fatta.
Inoltre vi dirò, grazie alla nuova scoperta che è
il wok, friggo senza problemi in maniera perfetta e senza odori conseguenti in
cucina. Cosa chiedere di meglio?! ;)
Io ne rubo una, intanto, e vado a godermi il
paesaggio innevato dalla finestra. Sì, è coperto e non c’è il sole. Ma la neve,
cari miei ha un potere tranquillizzante. Da pace, sempre.
[La parentesi delle foto]
Questa volta voglio
spendere due parole sulle foto. Ne vale la pena,a mio avviso. Lo devo dire, ho
voluto prendere spunto dallo stile di Linda Lomelino. Impazzisco per la sua
fotografia rustica e sincera, perfetta. La mia, ovviamente, è mille livelli più
in basso. Ho ancora tanta strada da fare, però c’è anche da dire che i miei
mezzi sono ridotti (aspetto da tenere in considerazione, qui è tutto molto
ruspante;)). Non ho ancora capito bene se sono più ferrata con i toni chiari o
con quelli scuri. Forse so la risposta. Il mio obiettivo però è quello di raggiungere
buoni risultati in entrambi i casi, quindi non demordo.
Io le trovo ben
riuscite. Ragionando sempre nei miei target. Pensandoci riprendono anche un
pochino Katie. Sì ok, sto fantasticando. Direi che mi fermo qui ;) Sogna
ragazza, sogna. ;)
Frittelle di patate al profumo di limone
tratta e modificata da Sale & Pepe, Febbraio
2012
Ingredienti:
450 g di patate
vecchie o bianche
2 uova
100 g di farina +
quella per la lavorazione
50-70 g di zucchero
1 limone non trattato
olio di arachide per
friggere
zucchero a velo
sale
Lavare le patate,
sfregandole bene per togliere la terra, trasferirle in una pentola con acqua
fredda e lessarle per 30-40 minuti dall’inizio dell’ ebollizione o fino a
quando sono cotte. Scolarle e quando sono più tiepide, pelarle, poi
schiacciarle con uno schiacciapatate.
Impastare rapidamente
con la scorza grattugiata di limone, 1 o 2 cucchiaini di succo di limone, la farina,
le uova e lo zucchero.
Lavorare l’impasto
ottenuto con della farina (a seconda della consistenza che la pasta ha
assunto). Formare dei cordoncini lunghi circa 12 cm dello spessore di circa 1,5
cm e unendo le due estremità, fare le ciambelline, uniformando la forma e
accertandosi che siano ben sigillate.
In una padella
antiaderente capiente (meglio wok) far scaldare abbondate olio di arachidi,
quando è pronto, friggerci le ciambelle fino a quando risultano dorate. Scolarle
su carta assorbente o da fritti e servire spolverizzandole di zucchero a velo.
Note:
-
se la pasta, una volta aggiunti tutti gli ingredienti, risulta
eccessivamente morbida e difficile da lavorare aggiungere ulteriore farina,
fino a quando i cordoncini si formano senza problemi e la forma della ciambella
è fissa.
-
In questo dolce, ovviamente, il sapore della patate è presente, deve
essere così. Eventualmente si può zuccherare di più. Ricordate però che va
aggiunto anche lo zucchero a velo. La quantità comunque va a gusti.