domenica 22 settembre 2013

Running for "New".




Sono partita. Sono tornata. Adesso riparto.

Questo era ciò che avevo scritto nello scorso post. Era questa la scaletta da seguire e ho mantenuto la parola.



Sono stati tempi strani, questi passati. Tempi pieni di cose da fare, di programmi ad incastro, di frenesia (quella che però ti fa star bene), di agende pronte per essere riempite, di piccole soddisfazioni, a volte di qualche dubbio. Momenti in cui pensi che tutto stia andando per il meglio, in cui non vedi l’ora di conoscere il “nuovo” che ti aspetta. Altri (momenti) in cui ti senti vuota. Persa.




Una settimana di “isolamento dal mondo” trascorsa tra passeggiate mattutine in riva al mare,  e lunghi pensieri notturni tra le deserte stradine della parte vecchia della città, con la lacrima sempre pronta. Perché sì, alcuni posti e alcune situazioni fanno quest’effetto. Quando, come diceva Terzani, ti fermi in silenzio ad ascoltare il respiro dell’universo, e il tuo. Quando la grandezza della natura ti travolge e, per un momento solo, ti fa sentire eterno.



Sono tornata poi, con un chilo di limoni della zona (e mò con un chilo di limoni che faccio?! ;) ), olive e olio, un magnifico (nostalgico) ricordo delle mirabelles e una strana energia positiva, che prometteva bene.  Così ho ripreso un ritmo, tra progetti e piccole collaborazioni, nuove proposte e forse nuove idee. Ho cucinato molto, sia per “lavoro” che per piacere; mi mancava stare in cucina, come una volta, io con i miei attrezzi e il mio forno. Ho rispolverato vecchi pensieri, li ho osservati e ho cercato di capirli. Forse, dopo un periodo di straordinaria spensieratezza e pazzo atteggiamento naif, ho ritrovato una traccia da seguire. L’unico quesito, ancora irrisolto, è di capire  se sono stata io a tracciare quella strada. Se sarà la mia strada. 



 Ho ripreso la macchina, di nuovo. Dopo tanto tempo. Ho deciso di ricominciare, di tornare qui con la necessità di farlo, salutando quel dovere che invece non mi lasciava stare, ascoltando il mio bisogno, e i dubbi che non posso soffocare.



Fotografo sì, anche e soprattutto food, ma per il piacere di farlo. Perché mi piace, mi è piaciuto in passato e credo (spero) lo farà ancora. Non perché devo postare, perché deve esserci la ricetta della settimana, perché ho un blog di cucina che dovrebbe esser aggiornato, altrimenti, chi ti fila più. Così, oggi, un nuovo tipo di post, che forse voi non apprezzerete. Che crederete inutile o difficile da interpretare. Un post senza ricetta, con un piatto, con i miei racconti, ma con la fotografia protagonista. Vorrei dare importanza agli scatti, alla parte fotografica, perché il blog, oltre alle mie parole e alle preparazione dei piatti, è fotografie, che trasmettono emozioni, più o meno piacevoli, che parlano, e che nascondono tanto lavoro e dedizione, forse ancora invisibili data la mia inesperienza, ma che fidatevi ci sono eccome.



Non mancherà la descrizione del soggetto, ovviamente. Prendetela come una sorta di esercizio che mi assegno da sola. Perché avevo un piccolo obbiettivo, impostatomi un po’ di tempo fa, e farò il possibile per arrivare, lì.



Vi lascio pochi scatti oggi, di una galette rustica alla farina d’avena con susine goccia d’oro (sì, sarebbero le mirabelles, ma in Italia non son belle come in Francia, piccoline e succosissime) e timo fresco. In realtà un po’ bruttina, ma così autentica e vera. Racconta di pomeriggi settembrini diversi, liberi ma non più così leggeri. Di aria fredda che ormai ha già salutato la brezza estiva. Ora, davvero, è tutto pronto per accogliere l’Autunno.



Non occorre dirlo, sono graditi commenti e pareri (critiche comprese), consigli o dritte sulle foto, ma anche sull’idea del post fotografico come nuovo format (vi consiglio di cliccare su Flickr per vedere la vera resa degli scatti :) ).

Io preferisco la prima. La seconda fa più lifestyle ;)



Adesso vado, ve l’ho già detto. Con una nuova testa, nuovi occhi. Perché non posso fare nulla, ora. Sono cambiata e non tornerò indietro.



E’ tempo. Quel tempo.

Rimbaud e Sigur Rós.

Good luck <3

1 commento:

  1. A me questa galette sembra tutto tranne che bruttina; è rustica al punto giusto e fa venire voglia di mangiarla con le mani condividendola con amiche speciali :)
    Anche le foto mi piacciono tanto, hanno carattere e profumano di casa!!!
    Per quanto riguarda il post senza ricetta sai che sono d'accordo, anche io spesso credo non ce ne sia bisogno visto che l'argomento principale è la fotografia.
    Non posso che augurarti tutto il bene del mondo per il futuro, per la nuova strada che intraprenderai e per le emozioni che aggiungeranno nuovi tasselli arricchendo la persona fantastica che sei già.
    Ti abbraccio forte ^_^

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